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mercoledì 3 ottobre 2012

Tutto è interpretazione 3: la voce


Interpretare la voce



In realtà lo facciamo quotidianamente senza rendercene conto, in base a ciò che diciamo e a chi lo diciamo cambiamo tono e range vocale: se vogliamo essere dolci usiamo un timbro soffiato, caldo e una tessitura bassa, se vogliamo essere aggressivi aumentiamo il volume e tendiamo a nasalizzare, se vogliamo essere sarcastici alziamo l'intonazione e chiudiamo la voce rendendola stridula.
Nel cantare un brano ovviamente non possiamo cambiare l'intonazione delle note ma possiamo giocare sul tipo di emissione.
Teniamo presente che ormai esistono delle relazioni voce-emozione standardizzate che si richiamano vicendevolmente con molta forza, basta semplicemente guardare un film con dei bravi doppiatori per rendersene conto ma, nulla vieta, di decidere di fare l'esatto opposto per dare un effetto spiazzante al brano come sempre accade è una questione di scelte.
Ecco qualche esempio di come possiamo modificare il nostro suono:
  • Più o meno chiaro (alzando ed abbassando la laringe)
  • Più o meno schiacciato (comprimendo e rilassando il colletto della laringe:twang)
  • Più o meno arioso (avvicinano o allontanando le corde vocali nel loro ciclo vibratorio)
  • Più o meno tremolante (controllando il flusso del fiato)
  • Più o meno presente (controllando lo spessore cordale)
  • Più o meno graffiato (controllando la costrizione delle false corde) ecc ecc...

    Prossimamente vedremo "interpretare il respiro"...


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